Parlare di celibato sacerdotale significa andare in cerca di rogne. A scanso di equivoci, lo chiarisco subito: ne sono un sostenitore, né vedo come potrebbe essere altrimenti.

Antefatto:
mi sono imbattuto in una notizia che mi ha richiesto un po' di approfondimento. Sono così migrato verso altri siti e lì ho notato l'immagine che ha scatenato questa riflessione (e che sta qui sulla destra). Nulla di particolare: semplicemente la ripresa ravvicinata del particolare di un'aula di tribunale, con la scritta: La giustizia è amministrata in nome del popolo.

Su YouTube gira il video di don Zoltan Lendvai, prete ungherese che si diletta di skateboard. Non solo per svago personale (è un'attività che gli piace fin da ragazzino) ma perché, secondo quanto riporta Reuters,
«Molte volte ho pensato che questo era il sistema per portare molti giovani un po' più vicino a Gesù».
Pare che la cosa - stando alla testimonianza diretta di don Zoltan - funzioni, e può anche darsi, ma una volta visto il filmato si capisce che non è quella la peculiarità principale del prete ungherese.