Prima parte: ripartiamo dal sacramento della Confermazione ricevuto pochi mesi fa.
Incontro del 23 ottobre 2010.
Se vogliamo ripartire dalla Cresima, conviene anche recuperare il perché abbiamo fatto la Cresima.
La misura del cristiano è la carità. Non si può essere cristiani "a parole": sarebbe solo un'illusione, controproducente e pericolosa. Sarà la nostra vita stessa a dimostrarci il vantaggio di quella scommessa sulla carità: chi ci ha provato prima di noi, sin dal tempo degli apostoli, è la dimostrazione di come sia questa la via alla felicità, perché è il modo di realizzare il progetto che Dio ha preparato per ognuno di noi, unico e irripetibile.
«La felicità non è un traguardo. È uno stile di vita»
Burton Hills
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01-01. Costruttori di Comunione (PDF) | 144.96 KB |
Incontro del 30 ottobre 2010.
La via che passa dalla carità porta - inevitabilmente, potremmo dire, alla santità. È questa la meta di ogni cristiano, è questa la meta possibile di ogni cristiano: tutti vi siamo chiamati e tutti ne abbiamo la possibilità, ma sta a noi decidere se aderire o no. Le conseguenze sono evidenti, nell'uno e nell'altro senso; il nostro comportamento, come abbiamo detto, ci dà la misura del nostro essere cristiani: ecco allora che, logicamente, ci darà anche la misura del nostro non essere cristiani, come mostra il video con cui abbiamo aperto l'incontro. Non si tratta di karma, come dice ingenuamente (e un filino ereticamente) qualcuno, ma di conseguenza delle nostre scelte.
Noi possiamo essere santi. Come dice il salmo (138): «Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio».
«La felicità non è un traguardo. È uno stile di vita»
Burton Hills
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01-02 La nostra vocazione è la santità | 133.58 KB |
Incontro del 19 novembre 2010.
Fino a oggi, e specialmente durante il percorso di preparazione ai sacramenti, il nostro punto di vista era "io e Dio". Ma la realtà è che dobbiamo allargare lo sguardo: c'è un insieme più ampio di persone, quelle che l'hanno incontrato, c'è la Chiesa. Qual è il mio posto il lei?
«Tutti gli uomini sono stati introdotti all'amore non attraverso un discorso ma innamorandosi di qualcuno o essendo amati da qualcuno: e così abbiamo capito, dall'interno dell'esperienza, che cos'è l'amore»
Julián Carrón
Essere tua Sposa, Gesù, essere carmelitana, essere, per l'unione con te, madre delle anime, tutto questo dovrebbe bastarmi... Non è così. Senza dubbio, questi tre privilegi sono ben la mia vocazione, carmelitana, sposa e madre, tuttavia io sento in me altre vocazioni, sento la vocazione del guerriero, del sacerdote, dell'apostolo, del dottore, del martire; finalmente sento il bisogno, il desiderio di compiere per te, Gesù, tutte le opere più eroiche. Sento nell'anima mia il coraggio di un crociato, vorrei morire sopra un campo di battaglia per la difesa della Chiesa... Sento la vocazione del sacerdote. Con quale amore, Gesù, ti porterei nelle mie mani quando, alla mia voce, discenderesti dal Cielo! Con quale amore ti darei alle anime! Ma, pur desiderando di essere sacerdote, ammiro e invidio l'umiltà di san Francesco d'Assisi, e sento la vocazione d'imitarlo, rifiutando la dignità sublime del sacerdozio. Gesù! Amore mio, vita mia, come conciliare questi contrasti? Come attuare i desideri della mia povera piccola anima? Nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i profeti, i dottori, ho la vocazione di essere apostolo. Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome, e piantare sul suolo infedele la tua Croce gloriosa, ma, o Amato, una sola missione non mi basterebbe, vorrei al tempo stesso annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo, e fino nelle isole più remote. Vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno, ma vorrei esserlo stata fin dalla creazione del mondo, ed esserlo fino alla consumazione dei secoli. Ma vorrei soprattutto, amato mio Salvatore, vorrei versare il mio sangue per te, fino all'ultima goccia... Il martirio, questo è il sogno della mia giovinezza, questo sogno è cresciuto con me nel chiostro del Carmelo. Ma anche qui, sento che il mio sogno è una follia, perché non saprei limitarmi a desiderare un solo martirio. Per soddisfarmi li vorrei tutti... Come te, Sposo mio adorato, vorrei essere flagellata e crocifissa, vorrei morire scorticata come san Bartolomeo, come san Giovanni vorrei essere immersa nell'olio bollente, vorrei subire tutti i supplizi inflitti ai martiri. Con sant'Agnese e santa Cecilia, vorrei presentare il collo alla spada, come Giovanna d'Arco, la mia cara sorella, vorrei mormorare sul rogo il tuo nome, Gesù... Pensando ai tormenti che verranno inflitti ai cristiani nel tempo dell'anticristo, trasalisco, e vorrei per me quei tormenti... Gesù, Gesù, se volessi scrivere tutti i miei desideri, dovrei prendere il tuo libro di vita, lì sono narrate le azioni di tutti i Santi, e quelle azioni vorrei averle compiute per te. Gesù mio, che cosa risponderai a tutte le mie follie? Esiste un'anima più piccola, più incapace della mia? Eppure, proprio per la mia debolezza, ti sei compiaciuto, Signore, di colmare i miei piccoli desideri infantili, e vuoi oggi colmare altri desideri più grandi che l'universo...
Durante la preghiera, i miei desideri mi facevano soffrire un vero martirio: aprii le epistole di san Paolo per cercare una risposta e lessi che la Chiesa è composta di diverse membra, e che l'occhio non potrebbe essere al tempo stesso anche la mano. La risposta era chiara, ma non colmava il mio desiderio, non mi dava la pace. Come Maddalena chinandosi sempre sulla tomba vuota finì per trovare ciò che cercava, così, abbassandomi fino alle profondità del mio nulla, m'innalzai tanto in alto che riuscii a raggiungere il mio scopo. Senza scoraggiarmi, continuai la lettura, e trovai sollievo in questa frase: «Cercate con ardore i doni più perfetti, ma vi mostrerò una via ancor più perfetta». E l'Apostolo spiega come i doni più perfetti sono nulla senza l'Amore. La Carità è la via per eccellenza che conduce sicuramente a Dio. Finalmente avevo trovato il riposo. Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in alcuno dei membri descritti da san Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutti. La Carità mi dette la chiave della mia vocazione. Capii che, se la Chiesa ha un corpo composto da diverse membra, l'organo più necessario, più nobile di tutti non le manca, capii che la Chiesa ha un cuore, e che questo cuore arde d'amore. Capii che l'amore solo fa agire le membra della Chiesa, che, se l'amore si spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue... Capii che l'amore racchiude tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola che è eterno. Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante, esclamai: Gesù, Amore mio, la mia vocazione l'ho trovata finalmente, la mia vocazione è l'amore! Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me l'avete dato voi! Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l'amore. Così, sarò tutto... e il mio sogno sarà attuato!
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01-03. Il mio posto nella tua Chiesa (PDF) | 162.04 KB |
Presentazione su Teresa di Lisieux (ODP) | 325.65 KB |
Incontro del 27 novembre 2010.
Non è possibile essere cristiani a tempo perso. Cioè: uno pensa che sia possibile, e alla fine scopre di non essere nemmeno cristiano (anche se, a essere precisi, spesso uno non lo scopre: sono tutti quelli che gli stanno intorno che se ne accorgono, e probabilmente da qui nascono tutte quelle critiche dirette in generale "ai cristiani").
Eppure non è mai troppo presto per decidersi per Dio. Essere cristiani comporta un cambiamento nel comportamento: che è la conseguenza, non la causa, dell'avere incontrato Gesù, e che comunemente chiamiamo "Santità". E tutto ciò è possibile anche quando tutti ti dicono che sei troppo giovane per interessartene (ma allora quando bisognerebbe farlo): sante Teresa ne è la piena dimostrazione.
«Insegnare è facile come scagliare pietre dal'alto di un campanile. Mettere in pratica quello che si insegna è invece difficile come portare pietre in cima al campanile».
S. Serafino di Sarov
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01-04. Noi, strade di speranza | 327.28 KB |