Catechesi e ascolto liturgico

Catechesi e ascolto liturgico

di don Emilio Rimoldi

Nella terna Parola di Dio/catechesi/liturgia, la Parola di Dio viene vista da due prospettive che si sostengono a vicenda ma restano distinte; entrambe convergono verso la Parola.

La Parola di Dio è innanzitutto "parola": non porta solo un contenuto, dei dati, ma anche la persona che la sta dicendo, chi è, in che relazione è con me. La Parola ci porta al cuore di Dio, alla sua volontà.

1. La catechesi

Catechesi viene da kathcšw (katechéo), "far risuonare" (ciò che è già suonato nella liturgia). Qual è la sua specificità? Approfondire un annuncio generalmente già accolto (perché siamo già battezzati), far risuonare nella vita la Pasqua di Gesù: come vivere oggi lo stile di Gesù? Inoltre è pure lo spazio in cui conoscere Dio usando anche la ragione.

Prendiamo per esempio il brano di Emmaus (Lc 24): ascoltare la Parola di Dio nella catechesi è aprire la mente all'intelligenza delle Scritture, ascoltare e comprendere le parole che Gesù ha detto.

Come scegliere la Parola di Dio da proporre nella catechesi? Esiste un uso strumentale (un "appoggio di autorità") o, meglio, posso partire da un brano e vedere che cosa dice a me: ascoltare, non "usare".

È bene che la lettura sia "interattiva" (usando la biro a quattro colori, o drammatizzando il brano): l'importante è restare attaccati al testo, e al contesto; non bisogna lavorare troppo di fantasia.

È necessario fare domande, ascoltarle, dare anche nozioni che possano aiutare a conoscere il Volto del Padre. Come nel caso della guarigione dei lebbrosi: Gesù parla del volto del Padre, che non castiga ma salva il peccatore.

Poi c'è il passaggio all'etica: mi invita a fare, a mettere in pratica («Senza le opere, la tua fede non c'è» Gc). Come la Parola di Dio intercetta il mio quotidiano? Attenzione però a non cadere in facili moralismi, come nel caso della parabola del seminatore. La nostra non è una fede in doveri, ma una fede personale. I doveri nasceranno dall'incontro con una persona. Né bisogna banalizzare la Parola di Dio; non è la favoletta di Esopo: «il mito insegna che» è un modo orribile per concludere la Parola di Dio.

2. La liturgia

Liturgia: sto faccia a faccia con il mio Dio. La catechesi è più razionale; la liturgia è un incontro orante, contemplativo, un ascolto (riferimento a pagina 40 del libretto della "Quattro Giorni 2008").

Nella liturgia è presente l'azione salvifica di Dio (pagina 41) e ciò è particolarmente evidente nel vangelo di Luca. Si dice che le prime parole pubbliche pronunciate da Gesù, secondo Luca, siano «Lo Spirito del Signore è sopra di me», ma in realtà ciò è impreciso: nella narrazione, in questa occasione, Luca dice «trovò il passo dove era scritto» ma non «e lesse». Le vere prime parole che Luca fa pronunciare pubblicamente a Gesù si trovano poche righe più sotto, al punto dove sta scritto «Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato"».

La specificità della liturgia è alle pagine 42 e 43 del libretto, al paragrafo 34.

La Parola di Dio è la Parola di un popolo e per un popolo e che crea un popolo. Un popolo non è una folla: la folla non ha niente che la tenga insieme; un popolo è invece formato da gente che ha legami forti, che condivide una storia, una cultura, un'identità, una lingua e dunque una struttura di pensiero. La Parola di Dio è per un popolo, non per il singolo. La parola crea il popolo, riporta il popolo alle sue origini.

L'azione di Dio nella Parola avviene per la forza dello Spirito. La liturgia è una struttura dialogica: si ascolta e si parla (come esemplificano le letture e la preghiera dei fedeli). Il dialogo non è solo sintonico, ma è richiesta sempre una risposta orante e nella vita. Il luogo del ragionare è la catechesi; qui sto incontrando l'amato del mio cuore, e poi gli risponderò con la mia vita.

L'ascolto comunitario crea l'identità del popolo. Nella liturgia avviene un incontro: tutto è orientato a questo. Preparare un momento liturgico deve quindi avere questo obiettivo.

Nella pratica: come coniugare il dialogo con Dio e il carattere di sacralità e misteriosità a un linguaggio difficile, che non usiamo più? Come comprendere gesti che a noi non parlano più (come l'unzione crismale)? È meglio una liturgia adatta ai bambini o aiutarli a vivere la liturgia normale? Come coniugare Tradizione e sensibilità di oggi?

Due attenzioni: in questa celebrazione che cosa posso fare perché vi si partecipi con frutto? La liturgia è un incontro con il Signore, non la spiegazione di un incontro: un bel gesto è quello che parla da solo (i gesti non vanno spiegati, devono capirsi).

Liturgia e catechesi sono legate da un circolo virtuoso. Nella liturgia si devono usare parole brevi ed è importante stare dentro i ritmi della celebrazione. Liturgia e catechesi sono due momenti distinti ma circolari.