La Vocazione: il sogno di Dio su di noi (Esercizi Spirituali per ragazzi)

La Vocazione: il sogno di Dio su di noi

Settimana di Esercizi Spirituali per i ragazzi

Eucarestia - Esercizi Spirituali per ragazzi

Nel file in allegato c'è il libretto usato nel 2010 per una "settimana di esercizi spirituali" dedicato ai ragazzi. 
In pratica, si tratta di cinque incontri (uno per giorno, e pubblicati singolarmente nelle pagine che seguono), ognuno dei quali è strutturato così:

  • Un brano della Scrittura che racconta la vocazione di un personaggio biblico;
  • Il racconto della vocazione di un testimone moderno o contemporaneo;
  • Lo spazio per la riflessione (tenuta da chi dirige l'incontro, ma anche qualche momento di silenzio per la riflessione personale):
  • Invocazioni;
  • Preghiera conclusiva.

L'idea alla base è mostrare una sorta di parallelo tra la chiamata di figure bibliche note ma magari percepite come lontane e figure un po' più vicine. Gli incontri presentano infatti, nell'ordine:

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1. Maria e Madre Teresa

Primo Giorno

Maria e Madre Teresa

La vocazione di Maria

Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si
domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

La vocazione di Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa di CalcuttaFu ai piedi della Madonna di Letnice, un Santuario vicino a Skopje, che ascoltai la chiamata divina. Lo ricordo bene: accadde la sera del giorno dell’Assunta. Pregavo e cantavo, piena di gioia interiore, quando sentii la voce di Dio che mi invitava ad essere tutta sua, consacrandomi a Lui e al servizio del prossimo.
La giovane Agnes Bojaxhiu aveva poco meno di diciotto anni quando partecipò a un pellegrinaggio in un Santuario mariano, e nel suo cuore si accese la "scintilla". Era un richiamo forte e irresistibile e il suo futuro allora si delineò improvvisamente con estrema chiarezza: lei sarebbe partita per l’India, sarebbe diventata una suora missionaria. Più tardi, ritroviamo suor Agnes, chiamata ormai suor Teresa, insegnante di geografia in uno dei collegi più esclusivi di tutta l’India, frequentato dalle bambine e dalle ragazze delle famiglie più ricche. Ma ecco la seconda chiamata, una nuova vocazione nella sua vocazione. Per partecipare a un corso di esercizi spirituali fuori città lascia il collegio e va in stazione per prendere il treno quando incontra Gesù in un povero che ha sete. Quella frase, «ho sete» la stessa di Gesù sulla croce prima di morire, Teresa la sente rivolta a se e capisce che Gesù le chiede da bere: Gesù ha sete di cuori e lei, dedicandosi ai più poveri e miserabili, può dissetarlo. È la svolta: lì “muore” suor Teresa insegnante di geografia e “nasce” Madre Teresa, madre dei poveri, degli orfani, degli abbandonati.
Pensiamoci bene. Se lei non avesse ubbidito a quelle voce interiori, se non avesse prestato ascolto alla sua vocazione, non ci sarebbe mai stata Madre Teresa di  alcutta e il mondo oggi non avrebbe una santa della sua grandezza.

Breve riflessione


Invocazioni

RISPONDIAMO INSIEME: NOI TI PREGHIAMO, SIGNORE
- Per quanti si stanno interrogando sulla propria vocazione, ...
- Per quante, come Maria, hanno detto sì al tuo progetto, ...
- Per quei grandi che ostacolano la vocazione dei propri figli, ...

Preghiera conclusiva

O Dio, che hai chiamato Madre Teresa a rispondere all’amore del tuo Figlio assetato sulla croce con una carità straordinaria verso i poveri, donaci per sua intercessione di avere lo stesso amore per i nostri fratelli più sofferenti. Amen.

 

 

 

2. Giovanni, Andrea e san Luigi Gonzaga

Secondo Giorno

Giovanni, Andrea e San Luigi Gonzaga

La vocazione dei due apostoli

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-40)
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove
abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

La vocazione di san Luigi

Luigi GonzagaLuigi nacque nella ricchezza dell'alta società. Fu il primogenito ed erede legittimo della famiglia Gonzaga, la più importante di Castiglione delle Stiviere in Italia. La dinastia dei Gonzaga era costituita in parte da militari ed in parte da ecclesiastici. Suo padre aveva guadagnato prestigio nelle milizie, per la sua assidua presenza in prima linea, per il suo valore in battaglia e la sua ferma lealtà. Fu molto rispettato dall'Imperatore per la sua fedeltà e saggezza nel consigliare. Coloro che lo avevano servito, o in battaglia o a casa, lo amavano e rispettavano. Proprio come fu prode in battaglia, così fu giusto con i suoi servitori e con la sua famiglia. La madre di Luigi era una donna pia e santa. Spese tutta la sua vita nella corte imperiale al servizio della regina, e per questo conobbe i primi pericoli e le tentazioni della vita di corte. La sua dinastia includeva imperatori, papi, cardinali e re. Aveva un senso spiccato di dignità accentuato grandemente dalla sua pietà e dalla santità di vita,
ed ebbe una grande influenza durante tutto il corso della vita di Luigi, incoraggiandolo nella via della santità. Luigi, anche se nacque privilegiato, non ebbe una vita facile. Pur non avendo preso parte alle conquiste militari del padre, dovette affrontare molte battaglie spirituali contro il diavolo, contro le tentazioni della "carne" e del mondo, contando sulla forza di carattere ereditata dai suoi genitori. La mamma fu meticolosa nell'insegnare a Luigi le sue preghiere e nell'istradarlo verso la Fede. Dall'infanzia fino all'età matura, si riferiva sempre al figlio come al suo "piccolo angelo". Un titolo che gli si adattava perfettamente, dato che raramente piangeva e faceva chiasso, né dava altri segni di maleducazione. Tutti coloro che si presero cura di lui notarono il suo dolce temperamento. Specialmente le sue balie furono affettuose con il loro "piccolo Principe". Le prime parole che Donna Marta gli insegnò furono i santi nomi di Gesù e Maria, che Luigi ebbe costantemente sulle labbra e che usò come una potente "arma" per combattere le tentazioni spirituali, durante tutto il corso della sua vita. Già nella sua infanzia Luigi dimostrò interesse per i bisognosi. Quando gli si accostavano tendeva sempre la mano per dar loro qualcosa e, se non poteva farlo da solo, chiedeva di aiutarli. Spesso accompagnava sua madre in chiesa, dove veniva visto inginocchiarsi ed invocare, pregando con le mani giunte, i nomi di Gesù e Maria. Continuava a pregare a casa, non visto, relegandosi in un angolo. Sua madre era contenta dei suoi atti di carità e si sforzava di farli crescere. Luigi, all'età di dieci anni, aveva già raggiunto una purezza ed una santità pari a quelle di santi che erano vissuti molto di più. A quest'età i giovani nobili cominciavano a comparire a corte. Per questo motivo Luigi non trascorreva mai molto tempo a casa, ma come i suoi pari la sua residenza era nelle sfarzose e ricche corti dei Signori vicini. Inizialmente fece il paggio presso le corti di Firenze e di Mantova, ed in seguito diventò l'attendente di fiducia dell'erede al trono di Spagna. Ma pur vivendo tra lo sfarzo ed il lusso, Luigi continuò in maniera ferma e decisa la sua "battaglia" per la purezza, tenendo sempre sotto controllo i propri istinti. E fece un voto, una solenne promessa che sarebbe stato solo ed esclusivamente del Signore. Più Luigi cresceva, più sentiva l'attrattiva per la vita religiosa. Dopo una lunga battaglia per convincere il padre entrò nell’ordine dei gesuiti e giovanissimo perse, anzi, donò la vita contraendo una grave malattia per soccorrere dei malati contagiosi.

Breve riflessione

Invocazioni

RISPONDIAMO INSIEME: NOI TI PREGHIAMO, SIGNORE
- Per quei ragazzi che si abbrutiscono parlando sempre di cose sporche e sono
diventati incapaci di vedere la bellezza del cuore degli altri, ...
- Per chi, come Giovanni e Andrea, cerca la verità, ...
- Per le istituzioni: perché sappiano mettere sempre al primo il bene dei piccoli e non
gli interessi commerciali ed economici di chi vende il male, ...

Preghiera conclusiva

O Dio, origine di ogni bene, che in san Luigi hai unito in modo meraviglioso impegno e purezza, donaci di seguirlo sulla strada dell’amore. Amen.

 

 

 

3. Simon Pietro e Giovanni Paolo II

Terzo Giorno

Simon Pietro e Giovanni Paolo II

La vocazione dell'apostolo

Dal Vangelo secondo Luca (5, 1-11)
Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell`altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

La vocazione del papa


Giovanni Paolo IIFin dall’inizio del suo pontificato, Karol Wojtila, ha scelto di andare in giro per il mondo a portare la parola di Dio a tutti. Ha fatto questa scelta perché si sentiva “chiamato” a questa forma di apostolato. Lo ha rivelato lui stesso, scrivendo: «Fin dal giorno della mia elezione a Pontefice mi sono sentito in dovere di imitare l’apostolo Pietro che “andava a far visita a tutti” per confermare e consolidare la vitalità della Chiesa nella fedeltà alla Parola». Per realizzare questa missione, Giovanni Paolo II ha compiuto 246 viaggi fuori del Vaticano (144 in Italia e 102 all’estero). Ha visitato complessivamente 1015 città, percorrendo un milione 242 mila chilometri e pronunciando 3.300 discorsi programmati. E in ognuno di questi suoi viaggi, ha sempre inserito delle tappe mariane, delle visite a dei santuari dove fermarsi a pregare la Vergine e affidare a lei i problemi incontrati. Nessuna persona ha mai visitato tanti santuari mariani quanti ne ha visitati lui. Perché? Perché la Madonna è all’origine della sua vocazione sacerdotale. Nell’aprile del 1929, quando aveva nove anni, rimase orfano della madre. Fu cresciuto dal padre, Karol senior, che continuò a trasmettergli, soprattutto con l'esempio, i valori religiosi. Erano soli al mondo. Vivevano insieme, inseparabili, e dormivano anche insieme. E il Papa ha ricordato di aver visto, più volte, svegliandosi nel cuore della notte, suo padre inginocchiato ai piedi del letto assorto nella recita del rosario, e di non aver mai dimenticato quell'immagine di commovente devozione mariana.
Ha imparato quindi dal padre a recitare il rosario ogni giorno e in uno dei suoi libri ha scritto: «II rosario è la mia preghiera preferita. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità». Trasferitosi poi a Cracovia, Karol cominciò a frequentare la parrocchia del quartiere dove era andato ad abitare. La chiesa era quella di San Stanislao Kostka, gestita dai salesiani.
Come era sua abitudine a Wadowice, ogni mattina faceva una visita in quella chiesa e restava a lungo inginocchiato a pregare. La sua amicizia col Signore e con Maria, di vocazione in vocazione lo ha poi portato a diventare papa, il grande papa Giovanni Paolo II.

Breve riflessione

Invocazioni

RISPONDIAMO INSIEME: NOI TI PREGHIAMO, SIGNORE
- Per il Papa, i Vescovi e tutti i sacerdoti e le suore: siano segni meravigliosi della tua presenza nel mondo, ...
- Per coloro che come Pietro ti hanno rinnegato: possano, una volta perdonati, essere tuoi apostoli nel mondo, ....
- Per tutti noi, perché sappiamo testimoniare la gioia della fede, ...

Preghiera conclusiva

O Dio, che hai chiamato papa Giovanni Paolo II a percorrere nel tuo nome, come Pietro, le strade del mondo, donaci di percorrere le strade del nostro paese annunciando la gioia di esserti amici. Amen.

 

 

 

4. Matteo e Marcello Candia

Quarto Giorno

Matteo e Marcello Candia

La vocazione dell'apostolo

Dal Vangelo secondo Luca (5, 27-32)
Gesù uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

La vocazione dell'industriale

Marcello CandiaMarcello Candia è stato un industriale milanese che negli anni Sessanta vendette ogni avere per costruire a Macapà, in Brasile, un ospedale aperto ai più poveri. A Macapà, è già venerato come santo (in realtà il processo di beatificazione è ancora in corso). Marcello, nato “per caso” a Portici nel 1916 (poiché il padre, nativo di Aquileia e residente a Milano, vi si era recato per lavoro), dopo aver preso in carico l’azienda familiare nel 1946 (che produceva anidride carbonica) e dopo una brillante carriera come industriale, decise che la sua vita doveva avere una svolta, doveva continuare in
missione. Ovviamente una decisione così rivoluzionaria non arrivava all’improvviso: l’aveva maturata a lungo attraverso un lavoro svolto in Italia sia con la sensibilizzazione ai problemi dei Paesi in via di sviluppo dove operavano molti missionari, sia con aiuti concreti offerti alle missioni stesse.
Nel 1965 Marcello Candia si trasferisce definitivamente a Macapà: la sua attività, da qui in avanti, non si limita all’Hospital São Camilo e São Luis (così chiamato in onore del padre, Camillo, e della madre Luigia), ma apre centri sociali all’interno del lebbrosario di Marituba (quasi completamente abbandonato dall’autorità statale) e fonda case di preghiera sia all’interno del lebbrosario, sia a Macapà. Nel 1970 inaugura l’ospedale, che nel 1975 donerà ai religiosi camilliani per garantirne la continuità dopo la sua morte.
Sempre Candia incoraggia padre Luigi Brusadelli del PIME che a Santana raccoglie bambini handicappati e disadattati. Realizza a Macapà e Belo Horizonte due Carmeli ove le religiose possano dedicarsi alla preghiera ma anche al soccorso di poveri ed ammalati. Intanto continua il sostegno ad altre attività - sempre a favore dei più poveri - condotte da ordini religiosi, come - ad esempio - l’Ospedale di Grajaù dove opera padre Alberto Beretta, medico chirurgo, fratello della Beata Gianna Beretta Molla.
Nel 1983 la parabola della vita di Marcello Candia si chiude: molto malato lascia il Brasile per tornare a Milano, la “sua” città, dove muore.
Se Marcello Candia sarà proclamato beato - come sperano tutti coloro, amici e familiari, che già lo venerano - sarà festa grande a Milano, dove l’ex industriale è vissuto, si è formato come uomo e come cristiano, dove ha percorso i primi passi della strada che l’avrebbe portato in Brasile. Ma non soltanto: sarà festa grande anche a Macapà, dove è ricordato in maniera assai viva, dove ha ancora tanti amici che lo conobbero e l’amarono personalmente.

Breve riflessione

Invocazioni

RISPONDIAMO INSIEME: NOI TI PREGHIAMO, SIGNORE
- Per quanti, come Matteo, hanno fatto molto male agli altri, perché possano convertirsi e annunciare il tuo perdono che è più grande di ogni peccato, ...
- Per quanti lavorano: sappiano fare spazio agli altri e non solo ai propri conti, ...
- Per chi, come Marcello Candia, sta sentendo la tua proposta a lasciare tutto per seguirti, ...

Preghiera conclusiva

O Dio, che hai chiamato Marcello a lasciare la sua impresa per servirti nei fratelli, aiutaci a comprendere dov’è il vero tesoro della vita per poterlo cercare, trovare, e annunziare, abbandonando tutto ciò che vale poco. Amen.

 

 

 

5. Paolo e Giovanni Mazzucconi

Quinto Giorno

Paolo e Giovanni Mazzucconi

La vocazione dell'apostolo

Dagli Atti degli apostoli (9, 1-9)
Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere
e senza prendere né cibo né bevanda.

La vocazione del missionario

Giovanni MazzucconiEstate 1845: un piccolo gruppo di seminaristi organizza una gita alla Certosa di Pavia. Tra questi c'è Giovanni Mazzucconi e il suo amico Carlo Salerio. Vi si fermano alcuni giorni e, oltre ad ammirare l'arte di questo splendido luogo di preghiera e riposarsi nella quiete, hanno occasione di incontrare e di poter parlare a lungo con il priore p. Suprier che si è fatto certosino dopo essere stato missionario in India. Egli rivela a questi giovani il suo desiderio di veder nascere in Italia un seminario per le missioni estere. Racconta loro della sua vita in India, l'esperienza fatta e le persone incontrate, il bene compiuto e ricevuto. I seminaristi ne rimangono ammirati e affascinati. Giovanni e Carlo in maniera particolare. Giovanni comincia a coltivare dentro di sé questo sogno e per "portarsi avanti" si mette a studiare le lingue straniere: all'inglese, che già studia da tempo, aggiunge il francese e il tedesco.
Di lì a poco inizia il cammino del nuovo seminario che vede Giovanni protagonista. Con gioia si prepara alla partenza, attraverso la preghiera, lo studio e le attività caritative, allenandosi allo spirito missionario di sobrietà e sacrifico. Da subito, sogna di andare in Oceania. Sa che questo immenso continente, disperso sull'infinita superficie dell'oceano Pacifico, rappresenta una missione difficile. Il 2 dicembre 1851, dopo mesi di sofferta attesa, giunge a Milano, dove nel frattempo si è trasferito il Seminario per le Missioni Estere, l'assegnazione ufficiale del campo di missione: la Melanesia - Micronesia! Parte e al giovane missionario sembra di sognare a occhi aperti. Ed ecco apparire, sulla linea dell'orizzonte, il profilo delle isole che, via via, si fa più distinto. Scogliere a picco sul mare si alternano a spiagge di finissima sabbia e più in là un'interminabile fila di cocchi piumati, di mangrovie, di bougainvillee e di orchidee. Un fitto intreccio di vegetali chiude il passaggio verso l'interno montuoso, coperto di foresta. Un vero "paradiso terrestre". Qui perde più avanti la vita, martire per amore di Gesù. Giovanni Paolo II ha beatificato Giovanni Mazzucconi nel 1984.

Breve riflessione

Invocazioni

RISPONDIAMO INSIEME: NOI TI PREGHIAMO, SIGNORE
- Donaci, Signore, il coraggio grande di san Paolo: ...
- Donaci, Signore, l’entusiasmo di Giovanni: ...
- Donaci, Signore, persone che ci aiutino a sognare in grande sulla nostra vita: ...

Preghiera conclusiva

O Dio, che hai chiamato Giovanni Mazzucconi in terre lontane per donare a tutti la gioia della fede, aiutaci a gioire ogni giorno di più per la nostra “fortuna” di conoscerti, di amarti, di essere tuoi. Amen.