2. Credo in Gesù Cristo

Una cosa si nota subito: la nostra fede si esprime molto diffusamente a proposito di Gesù. Perché? È molto più facile parlare di colui che ha condiviso la nostra vita. Gesù è la Parola definitiva che Dio ha detto agli uomini. Lui ci ha rivelato chi sia Dio, quale progetto egli abbia sugli uomini e quale sia il destino ultimo di ogni uomo: come dobbiamo guardare alla morte, qual è il senso della storia...

 

Figlio unigenito che compie miracoli

 

Gesù è l'unico “figlio” di Dio Padre. Nelle religioni dell'antico oriente soprattutto i re venivano considerati “figli di Dio”. Nell'Antico Testamento, invece, tutto il popolo ebreo è figlio di Dio.

Gesù respinge l'idea di un “figlio” di Dio potente e forte. Essere figlio di Dio significa che il suo rapporto con Dio stesso è unico e irripetibile: solo Lui è talmente vicino a Dio, così intimo a lui da esserne per eccellenza il Figlio.

Segno di ciò sono i miracoli da lui compiuti.

 

Tutti sappiamo che la vita è continuamente minacciata dalle malattie, la felicità è distrutta dalla sofferenza, la vita è stroncata dalla morte

La malattia incurabile, la sofferenza ineliminabile, la morte fanno nascere interrogativi fondamentali sull'uomo e su Dio. Una vita così vale la pena di essere vissuta? Perché Dio permette certe sofferenze e certe malattie? Chi può salvare l'uomo?

La fede dice ai cristiani che la salvezza reale, piena, totale può venire soltanto da Dio. Egli ce ne ha dato dei segni anticipatori anche nei miracoli di Gesù, segni della presenza nel mondo del Regno di Dio. Non sono gesti magici che tolgono all'uomo la responsabilità della lotta contro il male, ma segni del futuro di Dio. Aprono alla fede e alla speranza, anticipano la salvezza piena e definitiva, dono di Dio alla fine dei tempi.

 

 

Che cosa rivelano i miracoli?

 

  • Gesù non è una mago che soddisfa qualsiasi richiesta: esige la conversione e la fede in Lui affinché si attui il miracolo.

  • È attento agli altri e sensibili alle loro sofferenze: piange per la morte di un amico, tocca i lebbrosi...

  • Risponde con prontezza ai bisogni degli altri, non rimanda al giorno dopo.

  • Mette sé stesso a servizio degli altri dicendo che il destino dell'uomo è la salvezza e non la perdizione.

  • Ha rispetto per la dignità della persona: nessuno è un numero o una cosa o uno dei tanti, ma un individuo libero e responsabile.

  • Egli libera l'uomo non solo dal male fisico, ma dalla paura della morte, del peccato.

 

 

Gesù nostro Signore

 

Nel mondo greco e romano il titolo 'Signore' era applicato anche all'imperatore e agli dei. Dopo la Pasqua i primi cristiani attribuiscono a Gesù questo titolo affermando così la sua autorità su tutto il creato. Questo Signore, a differenza degli altri, domina non col potere ma scegliendo la strada del servizio.

Per questo, per i primi cristiani Gesù era l'unico Signore per cui si sentivano liberi da qualsiasi potere, per cui lo servivano volentieri; anzi, quando saranno messi nella situazione di dover riconoscere l'imperatore come Signore, essi si rifiuteranno preferendo il martirio piuttosto che rifiutare Gesù.

 

Il Regno di Dio

 

Il Regno di Dio si manifesta e cresce anzitutto in Gesù; per entrare nel Regno di Dio , dunque, occorre seguire Gesù, vivere come lui. Si tratta di una decisione impegnativa che impone un cambiamento profondo: la conversione.

 

La decisione più impegnativa della vita

 

Gesù ha chiamato i discepoli a “stare con lui” e a “seguirlo”. Ciò significa condividerne la vita, lasciarsi condurre dove andrà, con fiducia.

Condividere la vita di una persona di successo è facile. Gli apostoli per qualche tempo hanno conosciuto un Gesù potente in parole e opere e lo hanno seguito con entusiasmo, portati a immaginare un futuro di successi sempre maggiori: la gloria e la potenza di Gesù si sarebbero riversate anche su di loro, avrebbero occupato i primi posti nel nuovo regno messianico.

Ma Gesù non vuole illuderli e dice loro la verità. Devono rendersi conto delle conseguenze cui andranno incontro, seguendolo. Vuole condurli a scegliere liberamente e lucidamente se stare o no con lui.

Rivela loro il suo “segreto”: egli sarà un Messia non di potere ma di amore. Sarà un Messia sofferente, un Messia che sconvolge gli schemi precostituiti, che non va sulla linea delle attese e dei desideri umani.

Chi vuole seguire Gesù deve sapere che finirà come lui su una croce.

Sapendo queste cose, gli apostoli hanno dato la loro risposta. Ora, sapendo le stesse cose e con secoli di storia alle spalle, si tratta di dare la nostra.

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