8. Per la remissione dei peccati

  • Posted on: 29 May 2018
  • By: mdmuffa

Il male nel mondo è una realtà visibile a tutti, al punto che molti ritengono che sia ineliminabile: «le guerre e le ingiustizie ci sono sempre state e sempre ci saranno». Ragionando cosi ci si dimentica che per fare una guerra è necessario che gli uomini decidano di farla; che l'ingiustizia c'è perché ci sono degli uomini che si ritengono i padroni di ciò che invece è di tutti. Quando un uomo decide di andare contro la verità e il bene, perché pensa di ottenere qualche vantaggio, contribuisce ad accrescere il male esterno: egli compie un gesto personale negativo che ha per dei riflessi su tutto l'ambiente che lo circonda. Dette così le cose sembrerebbero facili e semplici; invece il male (sia quello personale che generale, fisico che morale), è uno dei misteri più oscuri della vita umana.

Non si riesce infatti a capire come mai l'uomo, in tanti anni e secoli di esperienza, non si sia ancora convinto ad evitare l'egoismo, l'ingiustizia. Così facendo avrebbe tutto da guadagnare, renderebbe la sua vita più semplice, più vivibile, più umana.

 

L'uomo dà il nome alla realtà

 

La fede cristiana, derivante dall'Antico Testamento ha cercato di spiegare l'origine del male in un racconto posto all'inizio della Bibbia e che fu fatto risali re all'origine dei tempi e all'inizio della storia umana (leggi Genesi 3). I l racconto dice che tutta la realtà è “buona”' in quanto uscita dalle mani di Dio; al centro del mondo c'è l'uomo che può usare della realtà come meglio crede (“imporre il nome”).

Uno solo è il limite a questo potere dell'uomo: non può «mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male». Chi ne avesse mangiato, infatti, ne sarebbe morto. Quale il significato?

 

Non si tratta certo di un vero albero né di frutti particolari. Con questa immagine si vuole trasmettere un messaggio specifico: l'uomo non deve stabilire lui ciò che sia bene o male perché così facendo si porrebbe come alternativa a Dio e ciò porterebbe alla divisione... e alla morte.

L'alternativa, l'abbiamo detto, è tra Dio e gli idoli: anche l'uomo può diventare un idolo in contrapposizione a Dio.

«Non mangiare dell'albero» significa che non è bene per l'uomo diventare fonte della moralità delle proprie azioni e dei propri comportamenti: e questo purtroppo succede anche tra di noi.

 

I care

 

Quando tu dici: «io me ne frego», «cosa mi importa, io faccio ciò che voglio», «gli altri si preoccupino degli affari loro che io mi faccio i miei», «per me va bene così, gli altri si arrangino», tu pretendi di diventare il criterio per stabilire la verità e la correttezza delle tue scelte: l'essere idolatri è proprio prendere come criterio con cui confrontarsi qualcuno che non sia il Dio di Gesù.

Questo è il peccato: l'incapacità di accettare la propria condizione e di voler liberamente e coscientemente porsi in alternativa a Dio. Questo peccato – dice la Genesi – è la radice sia del male sia morale che fisico presente nel mondo: tutti gli uomini ne portano le conseguenza, nel senso che in tutti è presente l'inclinazione a porsi come fonte del bene e del male. Per questo è chiamato “peccato originale”.

 

 

Ma io che peccati faccio?

 

Maurizio aveva molta confidenza con don Claudio. Per questo, quel sabato sera, lo aveva preso per la giacca all'ingresso della chiesa.

  • Dove corri, don? Mi devo confessare.

  • Bene, aspettami un attimo, che devo suonare le campane per la Messa vespertina. Intanto fai l'esame di coscienza.

Dopo qualche minuto il prete era accanto al ragazzo.

  • Allora, dimmi.

Don Claudio e Maurizio si erano messi seduti, uno accanto all'altro, nell'ultima panca della chiesa ancora deserta.

  • Il problema è che io non so cosa dire! È da un po' di tempo che non so più confessarmi. Non mi va di dire sempre le stesse cose! Non so proprio cosa dire.

  • È grave!

  • È grave? Sarebbe peggio se fossi un delinquente con un sacco di peccati!

  • È grave, perché la Bibbia dice che siamo tutti peccatori. Se tu non hai niente da dire, vuol dire che la Bibbia ha sbagliato.

  • Va bene, allora ho ammazzato quattro persone!

  • E chissà che non lo hai fatto davvero! Ammazzare non vuol dire soltanto conficcare il coltello nella pancia di un altro. Dimmi un po': a scuola come vai?

  • Benino, ho quasi tutti sufficiente.

  • A me dai l'impressione, di avere una intelligenza un po' più che da sufficiente!

  • Sì, ma... A me, dimmi tutto ma non di impegnarmi a scuola.

  • E le capacità che il Signore ti ha dato come pensi di svilupparle? Ah, ma tu sei senza peccato... E dì un po', quella ragazzina che arriva dalla campagna, la prendete ancora in giro?

  • Io no, ma gli altri la fanno nera!

  • E tu non la difendi?

  • Fossi matto! Prenderebbero in giro anche me! Ci sono quei tre ripetenti che sono una piaga! Ma questo cosa c'entra con la confessione?

  • Niente! Infatti se Gesù vedeva uno in diffico1tà non lo aiutava per paura di avere dei guai! Ma lasciamo stare la scuola. Di pregare ti ricordi?

  • Alla sera sempre, ma alla mattina mai perché ho sempre fretta.

  • Durante il giorno non preghi mai?

  • Pregare durante il giorno? Ma don Claudio, mica sono un frate! Non posso andare in giro dicendo Ave Marie e Padre Nostri!

  • Io non ti ho chiesto se dici Ave Marie e Padre Nostri; ti ho chiesto se preghi. Pregare significa fermarsi ogni volta che, fra due possibilità, possiamo scegliere la migliore... Altrimenti come facciamo a diventare perfetti come il Padre nostro che è nei cieli? Tu ti fermi mai per fare la scelta migliore?

  • No. Io ormai lo o che cosa devo fare.

  • Lo immaginavo! Infatti tua madre mi ha detto che dentro il gruppo sarai pure bravo ma, a casa, non le dai una mano nemmeno se la vedi stramazzare a terra per la stanchezza.

  • Se dai retta a quello che dice mia madre, allora devo subito precipitare all'inferno.

  • E... Peppino te lo ricordi?

  • Chi è Peppino?

  • Quel vecchietto cui avevate promesso di non andare a giocare a pallone sotto casa alle due del pomeriggio.

  • Che lagnoso quello lì! Lui vuole dormire, ma noi dobbiamo giocare...

  • Giustissimo! Soltanto che lui non può andare a dormire da un'altra parte dal momento che ha soltanto quella casa; invece voi...

  • Su questo ha ragione, don Claudio, non me ne ero ricordato.

  • Con la tua sorellina come va? Oggi, al catechismo, mi ha detto che la fai piangere perché le impedisci di vedere i cartoni animati...

  • C'è una congiura! Tutti vengono a raccontarti i miei peccati!

  • Già, tutti eccetto tu. Tu non sai cosa dire...

  • Se è peccato fare un dispetto alla sorella, allora...

  • Sembrerebbe che secondo Gesù la prepotenza non sia propriamente un'opera buona,.. Hai paura dei ripetenti e fai il coraggioso con la sorella di 7 anni?

  • A Messa ci sono andato tutte le domeniche.

  • Cosa fai, cambi discorso? Il problema della prepotenza non ti garba molto.

  • Dei miei compagni, solo pochissimi vengono a Messa...

  • Oh bella! Adesso dici i peccati degli a altri?

A questo punto don Claudio aveva scompigliato i capelli del ragazzo con le sue lunghe dita ed aveva sorriso:

  • Che fai, Maurizio, ti metti sulla difensiva? Non sei qui per difenderti da me, ma per confessarti davanti a Dio.

  • Scusami, ma ho avuto l'impressione che ce l'avessi proprio con me?

  • Vedi? Se tu vieni a confessarti come uno va dal giudice, allora devi portarti l'avvocato e devi stare bene attento a quello che dici. Anzi, meno parli e meno rischi! Dio invece sa tutto, non occorre che ci difendiamo da Lui, anche perché non vuole giudicarci ma salvarci. Confessarci peccatori fa bene a noi, non a Lui.

  • La grandezza di Dio... È una parola! È una cosa astratta, che non si vede...

  • Ma Gesù non è una cosa astratta. Deve essere Lui il nostro termine di paragone. Vedi? Se tu entri in una stanza al buio, non vedi niente e dici: “È tutto in ordine!” ma, se accendi la luce, allora ti accorgi che sono tante Le cose da mettere a posto. Gesù, con ciò che ha detto e fatto, deve essere la luce che illumina il buio della nostra stanza in modo che possa essere messa in ordine.

  • È difficile!

  • Sì, ma trovarci “messi a posto” è bello, non è come trovarsi davanti a un giudice o a un poliziotto!

Il prete e il ragazzo si erano messi in ginocchio sulla panca:

  • Ci sono altre cose che potrei fare e che non faccio...

Don Claudio l'aveva fermato:

  • Ssss, adesso permetti a Dio di mettere le cose a posto

e aveva alzato con solennità la sua mano:

  • Dio, Padre di misericordia...

  • Lodiamo il Signore perché è buono!

  • Eterna è la Sua misericordia!

 

Vi è il peccato ma anche il perdono

 

Col peccato: si rompe il rapporto di amicizia tra Dio e gli uomini: non c'è più dialogo, Dio è visto come un nemico in concorrenza con gli uomini; si rompe il rapporto di amicizia tra gli uomini: Adamo scarica la colpa su Eva e questa sul “serpente”; si rompe il rapporto con la natura: dove lavorare costa fatica e sudore e la donna deve partorire con dolore i suoi figli.

 

E il serpente: che significato ha nella Genesi? Esiste una forza esterna all'uomo che lo spinge ad andare contro Dio promettendogli una salvezza e una vita migliore da quel la offerta da Dio, di prendere il suo posto.

Chi entra a far parte della storia, con la nascita, assume su di sé il peccato, ossia le conseguenze di quella scelta errata compiuta da Adamo ed Eva.

Ogni volta che una persona stabilisce lei il bene o il male “pecca” e il suo peccato comporta sempre delle conseguenze negative sugli altri.

Il Sacramento del Battesimo cancella ogni traccia di “peccato” e ci rende figli di Dio, ossia riporta ogni persona allo stato iniziale e originale di rapporto con Dio.

Per questo viene dato ai bambini piccoli, appena nati, e non si aspetta che essi divengano adulti. Con il Battesimo l'uomo sceglie di stare dalla 'parte di Dio riconoscendo in Lui il Signore che ci ama e ci salva.

 

Il discepolo di Gesù, che continua a vivere in questo mondo, è esposto ancora al pericolo di cadere nel peccato, ma potrà sempre manifestare il proprio pentimento e la propria intenzione di cambiare vita. Dio è sempre pronto a perdonare i figli che sinceramente tornano a lui. Perché vi è il peccato, ma vi è anche il perdono.

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