Il nuovo Lezionario Ambrosiano

  • Posted on: 6 August 2010
  • By: mdmuffa

Il nuovo lezionario ambrosiano

di don Norberto Valli

La situazione attuale

Dopo la riforma liturgica operata dal Concilio Vaticano II, anche nella Diocesi di Milano è stato adottato il Lezionario Romano, in particolare per il tempo per annum. Dal 1976, però, è stato introdotto anche un Lezionario Ambrosiano ad experimentum da usare in Avvento, nel tempo di Natale, in Quaresima e nell'Ottava di Pasqua. Il Sinodo XLVII ha insistito per l'organizzazione di un Lezionario Ambrosiano in forma completa, completando così la riforma liturgica per il nostro rito.

Una delle principali caratteristiche del nuovo lezionario è la struttura in tre libri:

  1. Il Mistero dell'Incarnazione
  2. Il Mistero della Pasqua
  3. Il Mistero della Pentecoste

In pratica nel corso dell'anno si rivive l'intera storia della salvezza in Gesù: l'anno liturgico è contemplazione del mistero di Cristo, visto da angolature diverse.

Rispetto al passato è rimasta la ciclicità nella proclamazione della Parola: i 3 anni per le letture domenicali (A, B, C) ci sono ancora. Durante l'anno A si legge il vangelo di Matteo; durante l'anno B Marco; durante l'anno C Luca (almeno per quanto riguarda i periodi che corrispondono al vecchio "tempo per annum"). Nella scelta delle pericopi si è posta maggiore attenzione a mantenere la prima lettura in collegamento con la terza, ma anche a collegare più chiaramente la seconda con una rinnovata scelta di brani (nel vecchio lezionario, la seconda lettura spesso andava un po' "per conto proprio").

Anche lo schema delle letture per i giorni feriali è rimasto lo stesso, realizzato su due anni. In aggiunta a questi cicli è nato un "ciclo sabbatico" (per la messa propria del giorno di sabato, non per quella che era la "prefestiva"): a un giorno "quasi festivo" viene riservato il Pentateuco e la sua comprensione attraverso Paolo e i Vangeli.

Che cosa è cambiato?

Abbiamo abbandonato la lettura dei vangeli l'uno di seguito all'altro, ma è stata preferita una scelta di brani biblici tutti collegati, dando alle letture un carattere tematico: non nel senso che viene scelto arbitrariamente un tema, ma ogni domenica diventa la chiave di accesso al mistero di Cristo secondo una diversa prospettiva, complementare alle altre.

C'è un maggior dispiegamento di brani dell'Antico Testamento, da leggere indossando delle "lenti cristologiche": viene apprezzato perché ne vediamo la realizzazione in Cristo. Come diceva sant'Ambrogio: «Se non berrai il primo testamento non potraii bene neppure il secondo».

È stata introdotta la struttura vigiliare per la messa del sabato sera. "Prefestiva" non significa nulla: che valore ha il "pre"? Invece il giorno festivo, per la nostra tradizione, inizia al tramonto del giorno precedente, come nella tradizione ebraica (tant'é vero che i vespri del sabato - e di ogni giorno che precede una festa - sono i "primi vespri" della domenica - o della festa).

La messa del sabato è dunque già festiva, ed è il portale d'ingresso alla domenica: il prototipo di ogni vigilia è la Pasqua, e noi ambrosiano abbiamo le altre tre grandi vigilie (quelle di Natale, dell'Epifania, di Pentecoste) che possono essere celebrate con lucernario, inno, quattro letture dell'Antico Testamento, epistola e Vangelo, liturgia eucaristica e magnificat.

La novità attuale è ispirata a queste grandi vigilie: dotare anche la domenica di una vigilia. Il sabato non è più una sbrigativa anticipazione della domenica, ma un "atrio" della domenica quale Pasqua settimanale, l'inizio di un giorno straordinario.

La struttura prevede una forma solenne con struttura vesperale che prevede la proclamazione di uno dei 12 vangeli della risurrezione (come fanno gli orientali) al centro dell'altare, seguita dalla proclamazione in canto «Cristo Signore è risorto» e «Rendiamo grazie a Dio». Seguono il salmello, l'orazione, il canto, l'orazione all'inizio dell'assemblea e una sola lettura (un brano dell'Antico Testamento o, in avvento, l'epistola), poi il Vangelo e quindi la messa procede come al solito. La conclusione comprende il canto del magnificat.

C'è poi una forma semplice: una messa "normale" con l'annuncio della risurrezione al posto dell'atto penitenziale. Ciò è possibile ricordando che l'atto penitenziale non ha valore sacramentale, ma ricorda che serve un animo puro per accostarsi al mistero: è nell'Eucaristia che avviene la remissione dei peccati veniali.

I tre libri

1. Mistero dell'Incarnazione

Il primo libro copre il periodo che va dalla prima domenica d'Avvento fino alla Quaresima esclusa (eliminando così il tempo "per annum").

L'Avvento è stato riordinato e reso più organico, dandogli uno sviluppo progressivo. Nei giorni feriali vengono lette le profezie, mentre i libri biblici sono abbinati ai tempi per aiutare a comprenderne la rilettura cristologica. Si usano Geremia o Ezechiele abbinati a un profeta minore, e poi il vangelo di Matteo.

Le domeniche dopo l'Epifania traggono ispirazione dall'inno dell'Epifania che si recita nella Liturgia delle Ore e che contiene tutti i segni epifanici. Ecco la manifestazione della divinità di Criso alle genti secondo diverse prospettive, una per ogni domenica: l'Epifania, il battesimo, le nozze di Cana, la moltiplicazione dei pani (domenica che rischia spesso la sovrapposizione con la festa della Sacra Famiglia).

In questo modo contempliamo i segni che mostrano la divinità di Gesù: segni cosmici, come il camminare sulle acque e la tempesta sedata, e le guarigioni.

A queste domeniche seguono due domeniche "fisse", che prevalgono sulle altre se il calendario lo richiede: hanno a tema l'una la clemenza di Dio e l'altra la disponibilità di Dio al perdono.

2. Il Mistero della Pasqua

Questo libro non introduce grandi novità: il Lezionario ad experimentum era già radicato nella tradizione ambrosiana. C'è stato tuttavia un accrescimento nel feriale (con l'introduzione di un doppio ciclo di letture) e l'introduzione di tre cicli nelle domenica (A, B, C) per quanto riguarda le due letture, mentre i vangeli domenicali non sono stati toccati.

Il nuovo lezionario porta dunque con sé la forza di suggerire percorsi biblici coerenti per una catechesi che si alimenti della Sacra Scrittura.

Il Triduo ambrosiano, durante il quale si legge il vangelo di Matteo, è molto storicizzante e accompagna la passione passo passo. Dopo la riforma avevamo perso la commemorazione della deposizione nel sepolcro: ora torna alla sera del venerdì, dopo la via Crucis, il libro di Daniele e il cantico dei tre giovani nella fornace (mentre la passione resta al pomeriggio). Per il mattino del sabato, invece, c'è il brano delle guardie poste a custodire il sepolcro. Per il giovedì santo il tema è Gesù che si dona e l'uomo che lo tradisce (nel senso proprio di tradĕre, consegnare).

Il tempo pasquale introduce la possibilità della reduplicazione delle feste: dato che per esempio la festa dell'Ascensione torna al quarantesimo giorno dopo la Pasqua (e non più la domenica successiva), per ragioni pastorale la si può duplicare alla domenica, ma la festa "vera" resta al giovedì.

Si potrà obiettare: «Ma chi andrà a messa al giovedì?». Eppure serve un segno profetico: anche se non ci sono le ferie la festa è lì. O ha valore il giorno in sé, o... E se un domani la domenica non fosse più un giorno festivo? Già ora, dopotutto, si lavora la domenica. «Il numero 40 nella Bibbia ha un senso... il 43 un po' meno».

Nei giorni seguenti, infine, il tema è l'attesa dello Spirito Santo, con brani dal Cantico dei Cantici (ci è stato tolto lo sposo e la sposa anela al suo amato) e da Paolo.

3. Il Mistero della Pentecoste

Quest'ultimo tempo può essere visto come un grande ponte a tre arcate, i cui pilastri sono:

  1. la Pentecoste
  2. il martirio di Giovanni il Battista (29 agosto)
  3. la Festa della Dedicazione (da cui si arriva fino all'avvento)

Il martirio di Giovanni ha sempre avuto una grande forza nella nostra tradizione: indica l'inizio dell'era dei martiri, tant'è vero che in oriente l'anno iniziava proprio in quel giorno.

In questa "seconda arcata" si pone dunque non a caso l'inizio dell'anno pastorale, in un tempo segnato dalla testimonianza.

Il periodo successivo alla Pentecoste comporta una rilettura della storia della salvezza che avviene contemplando i grandi eventi, la Santissima Trinità, il Corpus Domini (tornato al giovedì e che, come l'Ascensione, si può reduplicare), poi la creazione e le vicende della storia di Israele (fino alla domenica prima del martirio di Giovanni) seguendo il libro dei Maccabei. Il tutto avviene cogliendo il rapporto con Paolo e i vangelo (le "lenti cristologiche" di cui parlavamo prima). Nei giorni feriali c'è un approfondimento di queste tematiche.

Il periodo che inizia con il martirio di Giovanni il Battista mette a tema la vocazione apostolica, i miracoli e le parabole: la vicenda della Chiesa che nasce dalla Pentecoste. Nei giorni feriali vengono usati i testi apostolici.

L'ultimo periodo è quello che inizia con la Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani. Questa nuova denominazione segna un passaggio: anche chi è di rito ambrosiano ma al di fuori della nostra Diocesi ha una sua cattedrale. Significativo che la dizione sia "ambrosiano" e non "di rito ambrosiano": comprende anche le comunità di rito romano presenti in Diocesi (Monza, Treviglio etc.).

La prima domenica successiva alla Dedicazione diventa, per la nostra Diocesi, la giornata missionaria (che così non si sovrappone più alla Dedicazione), e poi si prosegue fino a Cristo Re, che è uno sguardo riassuntivo sul Pantocratore, Signore del Cosmo ma che regna dalla sua croce.

Conclusione

La liturgia è l'ambito ideale per la proclamazione dei testi biblici perché assicura la presenza dello Spirito che rende viva la Parola, che piove come grazia feconda sull'intera assemblea, che partecipa e attualizza: gli effetti salvifici si danno a me.

La catechesi ha da apprendere dalla liturgia: non bisogna parificare il testo biblico a qualsiasi altro sussidio ma creare il clima giusto, farlo emergere. Il nuovo lezionario è stato creato anche con l'intenzione di permettere un rapporto più stretto tra liturgia e catechesi.