14. E adesso?

  • Posted on: 16 September 2010
  • By: mdmuffa

Gli ultimi due incontri, avvenuti dopo la Cresima, non hanno seguito il solito schema, con le solite schede.

Invece abbiamo fatto un "gioco di ruolo" nel primo, e l'abbiamo ripreso nel secondo, che si è concluso con una sessione di "domande e risposte" sulle quali ci siamo salutati e, incidentalmente, abbiamo constatato come per molti si possa aprire una futura ricca carriera come eresiarca... ma sto divagando.

Il gioco di ruolo ci è servito per capire come agisce la Chiesa nel mondo, oggi. Una Chiesa gestita da uomini, ma fondata da Dio. Che ha scelto non il più bravo o il più erudito, ma il più "umano" dei suoi discepoli.

Il gioco in sé, ideato a partire da un'idea improvvisa, è ancora un po' grezzo, ma ha funzionato bene e ci ha fatto capire alcune cose - che abbiamo approfondito successivamente - in maniera simpatica.

Qui sotto, metto le istruzioni che ho scritto per spiegarne il funzionamento basandomi sull'esperimento svolto nel mio gruppo.

 



L'inizio è ex abrupto, senza spiegare dove si vuole andare a parare: quello deve emergere alla fine (effetto sorpresa... da noi c'è stato, ma dipende dalla percentuale di teste vuote presenti, immagino).

Per prima cosa occorre un volontario. Noi abbiamo pescato (si erano proposti in cinque, abbiamo tirato un dado da 10) una fanciulla. L'inizio del racconto è tutto intorno a lei. Seduta su una sedia in modo che tutti la possano vedere, si introduce la situazione con frasi di questo tipo:

Tu sei il presidente di un'azienda ben avviata. Non grandissima, forse, ma ben stabilita nel tuo campo specifico: tu produci [fare scegliere che cosa... i dolci sono indicati perché sono un buon paragone, Lei ha scelto i Tiramisù] i migliori tiramisù che si possano trovare. Ancora non lo sanno tutti, perché la tua azienda è da poco sul mercato, ma stai conquistando clienti.

Per gestire al meglio la tua azienda [volendo si può darle un nome] hai nominato due responsabili, due persone fidate cui affidare due aspetti importanti: la gestione del personale e il rifornimento di materie prime.

Voialtri [indicando tutti gli altri] siete i dipendenti dell'azienda, e siete felici di lavorarvi, perché vi trovate bene, la paga è ottima e non potreste sognare un lavoro migliore.

 

Qui il presidente sceglie due persone, che si vanno a sedere ai suoi lati. Poi si continua.

 

Grazie alla vostra illuminata direzione, grazie ai vostri sforzi e alla guida sicura del vostro presidente, continuate a crescere. Questo avviene perché fornite davvero il migliore tiramisù che si possa trovare: il presidente pretende che le materie prime siano di primissima qualità ed esige che i suoi dipendenti siano felici di lavorare per lui, ma anche che diano il massimo in ogni fase della produzione; non tollera i lazzaroni. Per questo compito ha scelto voi suoi collaboratori e a questo vi richiama sempre.

 

Dopo qualche tempo,però, il presidente deve partire. Non sa quanto starà via, non è nemmeno molto chiaro sui motivi che lo costringono ad allontanarsi, ma deve andarsene. Per questo, nomina un vicepresidente che sarà responsabile fino al suo ritorno.

Il vicepresidente può essere o uno dei due oppure essere una terza persona. Se è uno dei due, questi dovrà poi scegliere qualcuno che lo sostituisca nel ruolo che ricopriva prima. Se invece è una terza persona, potrebbe esserci da gestire il malcontento dei due che sono stati scavalcati (improbabile: si scelgono tra amici); un narratore veramente sadico cercherebbe di far scegliere una terza persona per vedere che cosa viene fuori, ma son dettagli. Noi abbiamo preferito non essere sadici.

A questo punto il presidente saluta e si allontana. Da questo momento l'intera azienda è nelle mani dei tre.

Il narratore riprende:

Per un po' sembra andare tutto bene. Passa un mese, ne passano due, ne passano sei... il presidente non torna, risponde alle mail – anche se in maniera un po' criptica – e dice che tornerà, di continuare a tenere duro ché lui sta lavorando da dove si trova ora. Passa un anno, passano due anni... il presidente è quasi un ricordo – venerato, certo – e ormai l'azienda praticamente appartiene ai tre.

Qui si iniziano a proporre le difficoltà.

Per quello che si occupa dei fornitori:

Un giorno la tua segretaria ti annuncia che c'è un signore in attesa., che vorrebbe parlare con te. Dice di essere stato inviato dalla [...], la famosa azienda di […] e che intende sottoporti una proposta.

In generale, probabilmente non è necessario entrare troppo nei dettagli. Basta fare leva sul fatto che si offrono le materia prime a metà prezzo, a parità di qualità, che il guadagno sarebbe consistente e permetterebbe di espandersi in maniera altrimenti impossibile. Che il tipo ha scelto quest'azienda per proporre i servizi della sua azienda perché ha ammirato la sfolgorante conquista del mercato, ma che i concorrenti premono e che quindi può lasciare poco tempo per decidere. Insomma, andando un po' a orecchio si ottiene la firma sul contratto, anche se chiedessero di fare dei tiramisù di prova (che naturalmente saranno buonissimi).

Chiaramente, non appena il contratto è firmato e la produzione inizia con il nuovo materiale, i tiramisù fanno schifo e le vendite crollano rapidamente.

Nota: il tutto è bene che sia gestito in maniera “da gdr”: parlando col responsabile c'è solo lui nell'ufficio e non può consultarsi con nessuno (ho dovuto dire più di una volta «Non ci sei!»). Nel tempo lasciato per riflettere può decidere liberamente se gestire la cosa in proprio, sentire il vicepresidente o anche l'altro, ecc.

Mentre la prima crisi è in pieno svolgimento, ecco che si dà il via alla seconda.

Lo schema è lo stesso, ma stavolta si tratta del rappresentane sindacale che va dal responsabile del personale a dirgli che i dipendenti trovano ingiusto la politica di produzione “sempre al massimo” della società; vorrebbero vedere un po' più di flessibilità, tanto il lavoro è facile e ripetitivo, e poi hanno saputo che le aziende concorrenti danno stipendi molto più alti e fanno lavorare meno ore, e pretendono... qui si può andare avanti ad libitum, fino a ottenere o che il responsabile cede (alzando gli stipendi, riducendo l'orario o quel che è), inguaiando l'azienda già nei guai per via dell'altro problema, oppure che non cede, e allora si può andare di sciopero e quel che la fantasia suggerisce. Solite 24 ore per decidere, e si va a orecchio.

L'idea è che, portati a cercare di accontentare tutti per paura o a spendere meno per avidità o quel che è, portino l'azienda al collasso. Probabilmente servirà qualche incontro con il rappresentante sindacale o il tipo misterioso delle materie prime (Martina ha preteso di cancellare la fornitura, ma aveva firmato un contratto per dieci anni con una penale grande come la Luna – questo gliel'ho detto quando minacciava la cancellazione, naturalmente: d'altra parte è necessario essere un po' diabolici, visto il personaggio da interpretare).

All'apice della crisi, si fa tornare il presidente.

Lui è al corrente della situazione (ah, i miei non hanno pensato di chiamarlo, ma se ci pensano basta stare sul vago con le risposte, sostenendo che quanto dovevano sapere per gestire al meglio l'azienda l'hanno visto da lui in azione) e a quel punto lo si lascia libero di agire. Dopo che ha risolto la situazione (risanando l'azienda o dichiarando fallimento – se serve, si può dotarlo ex machina di un mucchio di quattrini), si ferma il gioco e si spiega:

Adesso capite come funziona la Chiesa dopo l'ascensione?

 

Da qui il passaggio Ascensione → Pentecoste → Chiesa è venuto fuori in un attimo. Nel gioco manca in effetti lo Spirito Santo, che per fortuna (o forse è meglio dire per grazia) noi come Chiesa abbiamo; si possono trovare diversi limiti a un'analogia di questo tipo, eppure l'idea mi sembra buona e che possa funzionare.

Dalle loro facce quando ho fatto la domanda finale ho capito che il sistema, in effetti, aveva funzionato. In più si sono divertiti. È importante non allungare troppo i tempi (stare sui 30 minuti massimo) perché quelli che fanno “i dipendenti”, che pure ogni tanto tiravo dentro (e si sono consultati con il rappresentante sindacale) rischiano di finire per annoiarsi un po'.

Ah, una nota di colore: ho constatato che le donne a capo dell'azienda passano ore e ore a ciacolare senza arrivare a una soluzione... mah! (o, forse, prevedibile: per questo direi di contingentare i tempi che si lasciano per decidere)..